I dati aperti, comunemente chiamati open data, sono dati accessibili a tutti, tipicamente via web, senza restrizioni di copyright, brevetti o altre forme di controllo che ne limitino la riproduzione.
Molti enti pubblici, in ottica di trasparenza verso i cittadini, rilasciano open data seguendo la filosofia che i dati da loro prodotti appartengano di fatto alla comunità, e che quindi questi debbano essere distribuiti liberamente alla comunità stessa.
Tradotto in pratica questo significa che tali dati sono quindi disponibili liberamente per enti pubblici e privati, aziende, liberi professionisti e cittadini, che possono scaricarli ed riusarli liberamente, e nella maggioranza dei casi anche con fini commerciali (esistono licenze specifiche che non consentono il riuso commerciale, come la CC-BY-NC).
Più informazione a disposizione di tutti, quindi, con tutti i vantaggi che questo comporta: aumento della conoscenza della collettività, trasparenza di un ente pubblico o privato e non ultimo stimolo all'economia permettendo alle aziende di offrire servizi che riusino questi dati.
In Italia il 18 Dicembre 2012 il Decreto Legge 18.10.2012, n. 179 è stato convertito in legge (17.12.2012 n. 221 e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale: l'art. 9 prevede che I dati e le informazioni forniti dalla pubblica amministrazione dovranno essere obbligatoriamente pubblicati in formato aperto (cd. open data).
La domanda di trasparenza pubblica e la sete di informazione a tutti i livelli cresce sempre di più, e di conseguenza crescerà anche il bacino informativo da cui attingere liberamente.
Per maggiori informazioni sul fenomeno degli OpenData consigliamo di leggere il manuale degli Open Data.