Zone di interesse archeologico:
sono sottoposti a vincolo ai sensi dell'art. 142, comma 1, lettera m) del Codice le zone di interesse archeologico caratterizzate da requisiti, compresenti e concorrenti, che derivano dalla presenza di beni archeologici - emergenti o sepolti - e dall’intrinseco legame che essi presentano con il paesaggio circostante, così da dar vita a un complesso inscindibile contraddistinto da una profonda compenetrazione fra valori archeologici, assetto morfologico del territorio e contesto naturale di giacenza.
Le zone di interesse archeologico sono state individuate in considerazione della presenza di:
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giacimenti di interesse paleontologico, testimonianza della complessa genesi e dei radicali cambiamenti subiti dal paesaggio nell’arco di milioni di anni;
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testimonianze di periodo preistorico, di cui rimangono tracce leggibili e significative per ricostruire l’utilizzo del territorio fin dalle fasi della storia umana;
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insediamenti d’altura di periodo protostorico o etrusco, di cui risultino leggibili l’impianto generale, gli elementi caratterizzanti e sia conservato il rapporto di stretta correlazione fra la morfologia del luogo e la funzione territoriale che l’insediamento aveva nell’antichità;
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necropoli monumentali caratterizzate dalla presenza di strutture funerarie di grande impatto visivo o in forte simbiosi con il paesaggio circostante;
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centri abitati, costituiti da resti di strutture archeologiche in elevato o sepolti, che , nel loro complesso, connotino l’area occupata come insediamento e per i quali si evidenzi un rapporto con il territorio circostante;
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edifici sacri, pubblici o privati, che per la loro tipologia, estensione, stato di conservazione, ricchezza degli elementi conservati a vista e/o nel sottosuolo e per il rapporto con il paesaggio circostante costituiscano un complesso di particolare rilevanza;
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complessi produttivi, quali fornaci, cave, cetaria, impianti vinicoli/oleari, qualora siano verificabili strette interrelazioni tra l’attività produttiva antica e l’aspetto attuale del paesaggio, consentendo così di delineare un quadro di continuità paesistica protrattosi immutato nel tempo;
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infrastrutture antiche, quali ponti, strade, porti, vie cave,ecc. qualora esse, oltre a costituire emergenze d’interesse archeologico, vengano a connotare in modo sensibile il territorio, avendo determinato forme dipopolamento e/o di insediamento protrattesi nel tempo.
Sono altresì sottoposti a vincolo ai sensi dell’art.142, comma 1, lettera m) del Codice i beni archeologici vincolati ai sensi della parte seconda del Codice che presentano valenza paesaggistica e come tali sono individuati quali zone di interesse archeologico ai sensi dell’art.142, comma 1, lettera m) del Codice.
Metodologia di acquisizione
Sono individuate quali zone di interesse archeologico ai sensi dell’art. 142, co.1, lett. m) e cartografate su Base CTR Regionale scala 1:10.000 e su ortofotocarta:
a) zone di interesse archeologico individuate in base ai provvedimenti di vincolo emanati ai sensi della previgente normativa e ora sottoposte alle disposizioni di cui alla Parte terza del Codice;
b) zone di interesse archeologico individuate ai sensi dell’art.142, c.1, lett. m) del Codice sulla base di criteri generali condivisi di cui al precedente punto 11.2.
c) beni archeologici oggetto di specifico provvedimento di vincolo ai sensi della parte seconda del Codice che presentano valenza paesaggistica e come tale sono individuati quali zone di interesse archeologico ai sensi dell’art.142, c.1, lett. m) del Codice ( Allegato I).
Le zone di cui alle lettere a) e b) sono individuate attraverso cartografie “costitutive del vincolo”.
Ognuna delle zone di cui ai punti a) e b) è corredata da una Scheda contenente ( Allegato H):
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elementi identificativi (Codice, Provincia, Comune, Località, Ambito di paesaggio, Denominazione);
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descrizione dei beni archeologici presenti e del contesto paesaggistico di riferimento;
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indicazione dei criteri di identificazione;
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indicazione della presenza di provvedimenti di tutela di beni paesaggistici di cui all’art. 136 del Codice;
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indicazione della presenza di provvedimenti di tutela di beni archeologici;
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disciplina articolata in Obiettivi, Direttive, Prescrizioni d’uso.
Riferimenti legislativi
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Circolari dell’allora Ministero per i beni culturali e ambientali:
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26 aprile 1994, prot. n.8373/IIG2
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6 dicembre 1995, prot. n.27548/G2
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8 giugno 2000, prot. n. SG/106/13099
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Circolari dell’allora Ministero per i beni e le attività culturali:
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DGPBAAC 23 giugno 2011 n. 12 prot. 20798
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DGPBAAC 15 dicembre 2011 n. 28 prot 39505
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DGPBAAC 21 dicembre 2011 n. 30 prot. 40096
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DGPBAAC 23 gennaio 2013 n. 3 prot. 2051
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Pareri ufficio Legislativo:
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MIBAC parere UL prot. n. 8562 del 6 maggio 2011
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MiBAC parere UL prot. n. 18056 del 8 ottobre 2011;
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MiBAC parere UL prot. n. 18886 del 18 ottobre 2011;
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Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 “Codice dei beni culturali e del paesaggio”
Fonte dei dati: Regione Toscana – PIT con valenza di Piano Paesaggistico.
Il dato è stato creato da DatiOpen.it il 06 Agosto 2015